Paul Gilbert, il chitarrista che ha inventato lo shredding

paul gilbert shredding guitar-lab

Paul Brandon Gilbert è nato a Carbondale, una cittadina dell’Illinois (USA) il 6 novembre del 1966.

Comincia a suonare appena adolescente, e a soli 16 anni viene citato dalla rivista Guitar Player.

Subito dopo, entra in contatto con Mike Varney (il produttore che ha scoperto Shawn Lane, Richie Kotzen, Tony MacAlpine, Greg Howe, Vinnie Moore, Jason Becker ed altri)

Nel 1985, si diploma al Guitar Institute of Technology di Los Angeles, dove viene subito assunto come insegnante di chitarra.

A metà degli anni ’80, i corsi del GIT erano molto frequentati, ma Paul si distinse subito tra le centinaia di altri aspiranti eroi della chitarra per delle ragioni molto valide. Innanzitutto, aveva abilità e musicalità ben oltre la sua età. Inoltre, aveva fame di apprendere, una fervida immaginazione e un grande senso dell’umorismo 

Keith Wyatt, insegnante del GIT e chitarrista della band The Blasters

Indice

Paul Gibert: un mostro di tecnica e velocità

Fin dall’inizio della sua carriera, si fa subito notare e apprezzare per la sua tecnica e velocità.

Infatti, già nel 2007, la rivista Guitar One lo ha inserito al quarto posto nella lista dei più grandi shredders di tutti i tempi.

Invece più recentemente, nel 2020, Guitar World lo ha menzionato tra i cinquanta chitarristi più veloci di sempre.

A parte la tecnica e velocità del suo shredding, non c’è dubbio che sia uno dei chitarristi più innovativi della storia del rock.

Una produzione musicale e didattica sempre più ricca

Il primo disco ufficiale di Paul Gilbert è Street Lethal, registrato nel 1986 con i Racer X, che riporta il suo nome in copertina.

Il primo disco dei Racer X, Street Lethal del 1986
Il primo disco dei Racer X, Street Lethal del 1986

Da allora, la sua produzione musicale si fa sempre più ricca.

Infatti nel 1989, su invito di Billy Sheenan, si unisce alla super-band Mr. Big, prendendosi una lunga pausa dai Racer X.

Contemporaneamente, diventa molto popolare anche per le due spiccate doti didattiche.

In soli due anni, dal 1991 al 1992, pubblica tre video-tutorial in VHS (Terrifying Guitar Trip, Intense Rock – Sequences & Techniques e Intense Rock II)

In seguito, continua ad accostare la produzione didattica al lavoro di musicista, e si consacra come uno degli insegnanti di chitarra rock più amati e seguiti al mondo.

paul gilbert intense rock I e II - VHS
Le videodidattiche Intense Rock I e II di Paul Gilbert

Il lavori da solista e le collaborazioni con altri artisti

Nel 1998, Paul Gilbert pubblica King of Clubs, il suo primo album solista e l’anno successivo torna a suonare con i Racer X nel disco e nel tour di Technical Difficulties.

Dal 2000 al 2011 milita anche negli Yellow Matter Custard, una cover band che propone i brani dei Beatles riarrangiati in versione rock.

Ad oggi, ha collaborato ai progetti di Joe Tafolla, Jason Becker, Gregg Bissonette, Glenn Hughes, e decine di altri artisti, comparendo in quasi ottanta dischi.

Come ottenere il suono di Paul Gilbert

Il suono della chitarra di Paul Gilbert, nei i dischi dei Racer X, nelle registrazioni dal vivo, oppure nelle videodidattiche, è tanto riconoscibile quanto difficile da replicare.

Questo perché, sia nei lavori in studio che nelle registrazioni dal vivo, i fonici applicano equalizzazioni parametriche, compressioni multibanda e diversi effetti di produzione e mastering.

Questi interventi influiscono in modo significativo sul risultato finale: in realtà, nessuno sa veramente come suonasse effettivamente la chitarra di Paul Gilbert durante le registrazioni o sul palco.

Semplificando al massimo, possiamo dire che oggi Paul Gilbert preferisce un sound molto energico e graffiante, in stile Marshall, leggermente scavato sui bassi.

Fin dall’inizio, lo ha sempre ottenuto scegliendo con cura le sue chitarre, i suoi amplificatori e gli effetti a rack o nella nella sua pedalboard.

Naturalmente, l’ingrediente più importante del suo sound sta suo tocco personale e nella sua plettrata precisa e dinamica.

Le chitarre degli inizi di Paul Gilbert

Attualmente, Paul Gilbert suona quasi esclusivamente chitarre Ibanez, dal vivo e in studio, ed è uno degli endorser più entusiasti del marchio. 

La primissima chitarra elettrica su cui ho messo le mani è stata un’Ibanez Destroyer del ’77. Era di mio zio. Quella è stata la mia prima esperienza con l’action bassa, il suono elettrico e la possibilità di fare un bending. In un certo senso, mi ha lasciato senza parole…è stato fantastico!

Intervista rilasciata a Vintage Guitar, Giugno 2009

Invece, nel primo periodo con i Racer X, usava principalmente due chitarre: una BC Rich Mockingbird ed una Epihone Olympic personalizzata da Wayne Charvel, entrambe di colore rosa; mentre per le registrazioni di Street Lethal, utilizzò anche una Squier Stratocaster.

Paul Gilbert con la BC Rich Mockinbird rosa neon
A sinistra, Paul Gilbert con la BC Rich Mockinbird

Le Ibanez costruite su misura

Le Iba-phone

Successivamente, per le sessioni in studio di Second Heat, Paul Gilbert utilizzò una Epiphone Wilshire che aveva modificato con pickup più potenti e tremolo Kahler.

È la chitarra che appare sulla copertina della sua prima videodidattica Intense Rock – Sequences & Techniques

Dopo l’uscita dell’album, l’Ibanez ne realizzò una versione personalizzata esclusivamente per lui e il secondo chitarrista Bruce Boulliet.

Costruita con il corpo della Epiphone Wilshire e il manico della Ibanez RG, divenne popolare tra i fan e gli addetti ai lavori con il nome Iba-phone.

Paul Gilbert e Bruce Boulliet dal vivo con le iba-phone

Prodotta in quattro colorazioni (rosa, arancione, verde e rosso) la iba-phone divenne la chitarra principale per i live di Paul Gilbert, e non fu mai commercializzata.

La Telesavalas

In quel periodo, Paul Gilbert cominciò un tour di clinic nei negozi dell’area di Los Angeles sponsorizzato dalla Ibanez.

In questo modo, ebbe l’occasione di provare diverse RG e si rese conto che in realtà le preferiva alla sua Iba-phone personalizzata.

Quindi, chiese a Ibanez di realizzargli una nuova chitarra basata sulla serie RG, e così nacque la Telesavalas.

La chitarra si chiama così per il gioco di parole con il nome dell’attore americano Telly Savalas, popolare per la serie TV Kojack e il personaggio Ernst Stavro Blofeld nel film Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà.

Paul Gilbert utilizzerà la Telesavalas per registrare la videodidattica Intense Rock del 1987.

Paul Gilbert Telesavalas - Internse Rock 1987 - guitar-lab
Paul Gilbert con la sua Telesavals nella videodidattica Intense Rock del 1987

Sostanzialmente, è una RG 550 rosa pastello/viola con battipenna abbinato, con il nome del modello Telesavalas stampato in piccolo sulla paletta.

Era data di un Seymour Duncan Vintage Firebird al manico e un DiMarzio Super Distortion al ponte, con il solo controllo del volume ed uno switch a tre posizioni.

Originariamente era dotata di un tremolo Kahler Killer, che Paul Gilbert stesso poi sostituì prima con uno Spyder e poi con un normale hardtail.

Le due Ice-stroyer

Poco dopo, nel 1987, Paul Gilbert comincia ad usare un’altra Ibanez customizzata chiamata Ice-Stroyer perché derivava dall’unione di una Iceman e una Destroyer.

Paul Gilbert con i Racer X, la sua prima band ufficiale
I Racer X: Paul Gilbert con una Ice Stroyer rosa.

Secondo le cronache del tempo, Paul Gilbert aveva semplicemente chiesto alla Ibanez che gli costruissero una Destroyer rosa.

Invece i liutai della Ibanez, supponendo che volesse accedere alle note più alte in fondo manico, realizzarono un body dalla forma ibrida: la metà superiore era di una Destroyer e la metà inferiore di una Iceman.

Nel dicembre 2020, Paul Gilbert in persona ha messo questa stessa chitarra in vendita su Reverb per aiutare Juan Alderete, il suo ex bassista dei Racer X, a pagare le spese mediche per una lesione cerebrale.

Leggi l’annuncio originale qui: Ibanez Paul Gilbert Ice-Stroyer 1987 Racer X (il ricavato va a Juan Alderete)

La prima linea signature di Paul Gibert: Ibanez PGM

Ibanez PGM100

Nel 1989, Ibanez presenta la prima vera signature di Paul Gilbert, la PGM100 (Paul Gilbert Model) immortalata sulla copertina della videodidattica Intense Rock II

Tecnicamente, è una RG770 con pickup DiMarzio in configurazione HSH: PAF Pro al ponte e al manico e FS-1 in posizione centrale.

Inoltre, presenta un’elettronica semplificata che include solo il controllo del volume ed uno switch a tre posizioni.

Per quanto riguarda l’hardware, l’Ibanez PGM100 è dotata di manico Wizard con tastiera in palissandro e tremolo Edge double locking, ma ciò che la renderà riconoscibile sono le due effe stampate sul body

ibanez pgm100 guitar-lab

Eliminata dal catalogo nel 1995, è stata rimessa in commercio in occasione del NAMM 2009 (National Association of Music Merchants), la fiera musicale più grande al mondo che si tiene ogni anno a gennaio ad Anaheim in California.

Presentata come PGM100RE, celebra la ricorrenza del 20° anniversario della serie PGM ed è stata prodotta in soli 300 esemplari.

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Ibanez PGM300

Nel 1991, Ibanez presenta ufficialmente un’altra Paul Gilbert Model, la PGM300, l’iconico modello di colore bianco con le effe nere.

Come elettronica, presenta la stessa configurazione HSH della PGM100 (pickup DiMarzio PAF Pro + FS-1 con il solo controllo del volume) arricchita da uno switch a 5 posizioni.

Nel 1997, Ibanez sostituisce il pickup centrale con un DiMarzio JEM.

Le differenze più evidenti rispetto alla PGM100 sono la tastiera in acero con i segnatasti dot e la paletta invertita, mentre conserva il manico wizard e il ponte tremolo Edge.

ibanez pgm300 guitar-lab

In realtà, qualche anno dopo, lo stesso Paul Gilbert lo sostituisce con un ponte fisso e nel 2003 Ibanez mette in commercio questa versione come PGM301 .

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Paul Gilbert con la sua Ibanez PGM300 con il ponte modificato in una foto del 1999

La PGM300 rimarrà nel catalogo Ibanez fino nel 2004, e ancora oggi è una delle signature di Paul Gilbert PGM più longeve.

Come la PGM100, nel 2009 anche la PGM300 è stata rimessa in circolazione in un numero limitato di esemplari come PGM300RE.

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Ibanez PGM401

Sempre al NAMM 2009, l’Ibanez presenta la PGM401, che rimarrà in catalogo fino al 2011.

Questa chitarra ha un approccio più classico rispetto ai modelli precedenti, sia per i pickup DiMarzio Air Classic che per la finitura sunburst a tre toni.

Nella PGM401, le caratteristiche effe sono un po’ più piccole (di circa il 3%) per mantenere un aspetto equilibrato con le cornici dei pickup.

Inoltre, invece che tramite l’All Access Neck Joint, il manico è avvitato al body con un tradizionale Tilt Joint, che secondo Gilbert produce un suono più grosso.

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Paul Gilbert con la PGM401
Paul Gilbert con la PGM401 dal vivo in un club di Londra nel 2009

Negli anni, Ibanez ha prodotto tante altre versioni della PGM differenti per i legni, la configurazione e il modello dei pickup, il tipo di ponte, ed altri particolari.

Per esempio: la PGM200 con tre humbucker destinata esclusivamente al mercato giapponese; la PGM400 prodotta in serie limitata, con ciascuna unità autografata personalmente da Paul Gilbert; le versioni Mikro PGMM11 e PGMM31 a scala cortissima (22,2″) e altre.

Il successo raddoppia: le nuove signature Ibanez Fireman

Ibanez Fireman PGMFRM1

Durante il NAMM 2009, oltre ai due modelli reissue PGM100RE e PGM300RE e alla classicheggiante PGM401, Ibanez lancia una signature davvero speciale, la Fireman PGMFRM1

La Il PGMFRM1 si differenzia dai precedenti modelli PGM per il design completamente nuovo, i tre single coil DiMarzio Area ’67, il controllo del tono, e la presenza del ponte fisso Gibraltar II di serie.

Ibanez Fireman PGMFRM1, presentata al NAMM 2009

Ancora una volta, Paul Gilbert si rifece alla Ibanzez Iceman, che modificò con la forma del body invertito e la spalla mancante.

Infatti, pare che orginariamente l’avesse battezzata Reverse Iceman, finché un fan non suggerì di chiamarla Fireman (cioè l’ opposto di Iceman) dopo averla vista in un video su Internet.

L’Ibanez Fireman PGMFRM1, realizzata con il corpo e il manico in korina e bubinga e la tastiera in palissandro, è stata prodotta in soli 45 esemplari.

Esposta al pubblico per la prima volta al NAMM 2009, aveva un prezzo al pubblico di 9.333 dollari

LA PGMFRM1 esposta al NAMM 2009, in vendita a 9.333 dollari.

Contemporaneamente alla PGMFRM1, l’Ibanez rilasciò un’altra Fireman, la PGMFRM2.

Prodotta in edizione limitata al mercato giapponese, aveva il corpo in mogano con top in ciliegio ed era dotata di due humbucker DiMarzio Air Classic.

Ibanez Fireman PGMFRM2, destinata al mercato giapponese

Ibanez FRM100, la prima Fireman prodotta in serie

Alla fine del 2011, Ibanez presenta la FRM100, la prima Fireman prodotta in serie dell’edizione limitata PGMFRM1.

Questo modello era disponibile in due colori: rosso trasparente, disponibile in tutto il mondo, e giallo senape, offerta solo nel mercato giapponese.

Progettata da Paul Gilbert, l’Ibanez FRM100 ha il corpo in mogano, il manico in mogano e acero con capotasto Graph Tech TUSQ XL impregnato di teflon, e la tastiera in palissandro.

Come la sorella maggiore, ha il manico incollato al body e presenta tre single coil DiMarzio (Injector al ponte e manico e Area ’67 al centro), un selettore a 5 posizioni e i controlli di tono e volume.

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Come per la prima signature PGM, anche la serie FRM presenta numerosi modelli, diversi per legni, pickup, hardware, finiture ed altri particolari.

La fireman più recente e versatile: Ibanez FRM300

Nel 2020, l’Ibanez introduce nel suo catalogo una nuova versione della Fireman, la FRM300, completamente rinnovata nei materiali, rifiniture, elettronica e hardware.

Infatti, è realizzata in okoumé e acero, ha il manico avvitato e la tastiera in ebano a 22 tasti con binding bianco e possiede il ponte Gibraltar Performer Tune-o-matic con cordiera Quik Change III.

Inoltre, l’elettronica comprende tre mini-humbucker DiMarzio PG-13 personalizzati ed uno switch a 3 posizioni.

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La Ibanez FRM300, nella tipica colorazione viola.

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Paul Gilbert e la sua collezione di chitarre vintage economiche

Durante la sua carriera quasi quarantennale, Paul Gilbert ha costruito un arsenale di quasi cento chitarre.

Oltre ai suoi modelli signature, possiede e utilizza diversi modelli costruiti su sue specifiche dal Custom Shop Ibanez, ed è anche un appassionato collezionista di chitarre Ibanez vintage.

La cosa bella delle chitarre Ibanez vintage è che non hanno un prezzo folle […] Per esempio, ho una 2630 Artist che ho pagato circa 1.830 dollari, ed è probabilmente il prezzo più alto che abbia mai pagato per qualunque chitarra elettrica. Ma li è valsi assolutamente tutti!

Intervista rilasciata a Vintage Guitar, Giugno 2009
Paul Gilbert e la sua Ibanez Artist 2630

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Gli amplificatori da tour di Paul Gilbert

Metaltronix M-1000

All’inizio della sua carriera, Paul Gilbert ha utilizzato amplificatori Lee Jackson Metaltronix, ed in particolare la M-1000, una testata valvolare da 100W.

All’epoca, oltre che da Paul Gilbert, il Metaltronix M-1000 era la prima scelta di tanti chitarristi come Steve Vai, George Lynch, Zakk Wylde, ed altri.

Paul Gilbert endorser Metaltronix
Paul Gilbert e i suoi Metaltronix all’epoca dei Racer X (sinistra) e Mr Big (destra)

Particolarmente versatile, grazie alle 4 valvole finali Mesa EL34 era in grado di produrre suoni clean molto cristallini ma anche distorti perfetti per ritmiche e soliste.

Attualmente fuori produzione, il Metaltronix M-1000 è ancora considerato uno dei migliori amplificatori per suonare il glam-rock anni ’80.

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La svolta digitale: il preamplificatore A/DA MP1

A partire dalle registrazioni di Second Heat, Paul Gilbert comincia ad usare il preamplificatore A/DA MP-1.

Questo apparecchio era uno dei primi a combinare un preamplificatore valvolare completamente analogico con controlli digitali richiamabili via MIDI.

La cosa più bella dell’ A/DA MP-1 è che non solo suona bene, ma puoi cambiare tipo di distorsione ed effetti premendo un solo tasto.

Paul Gilbert, Intense Rock I, 1992
paul gilbert ada mp-1 intense rock guitar-lab
Paul Gilbert mostra il funzionamento dell’A/DA MP-1 nella videodidattica Intense Rock I del 1991

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Ampeg V-4, una testata vintage potente e affidabile

Un altro componente essenziale del sound degli inizi di Paul Gilbert era l’Ampeg V-4, una testata valvolare da 100W in commercio dai primi anni ’70.

In realtà, questa testata vintage straordinariamente potente e affidabile, fin dal suo debutto, era già stata la prima scelta di chitarristi come Keith Richards e Ron Wood.

Inoltre, era dotata di una sezione di controlli di tono particolarmente efficace, e Paul Gilbert la trovò perfetta per l’utilizzo in accoppiata con il preamplificatore A/DA MP-1.

La testata valvolare per chitarra Ampeg V-4 e il suo pannello di controllo
guitar-lab
La testata valvolare per chitarra Ampeg V-4 e il suo pannello di controllo

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Laney GH100L, suono british caldo e potente

Verso la metà degli anni novanta, Paul Gilbert scopre gli amplificatori Laney, che utilizzerà fino al 2005, per poi passare definitivamente a Marshall.

In particolare la testata GH100L, uno degli amplificatori più longevi sul mercato, è stata importantissima per il sound di Paul Gilbert di quel periodo.

La testata valvolare Laney GH100L
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La testata valvolare Laney GH100L

Dotata di due ingressi separati (alta e bassa impedenza), oltre al classico equalizzatore a 3 bande passivo (bassi, medi e alti), la Laney GH100L possedeva i controlli di presenza e risonanza, che le consentivano di modellare ulteriormente il suono a seconda dei cabinet a cui era collegata.

In generale, grazie alle quattro valvole finali EL34, erogava un suono deciso e grintoso, con un significativo incremento dei medi.

Per questo, il Laney GH100L è diventato subito uno degli amplificatori più utilizzati per suonare hard rock e heavy metal.

Ciao, qui Paul Gibert. Mi sono appena trasferito nel deserto. Mi piace il calore. E qualche volta puoi anche vedere le lucertole. Inoltre, sono appena passato agli amplificatori Laney. Hanno sonorità stupende. Le valvole si scaldano, ma non friggono. E i watt inglesi sono più forti. La vita è bella. Ci vediamo in strada.

Paul Gilbert testimonial di una pubblicità della Laney del 1996.
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Paul Gilbert testimonial di una pubblicità della Laney del 1996

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Paul Gilbert scopre gli amplificatori Marshall

Marshall Vintage Modern 2466, 2266 e 2266C

In occasione del G3 del 2007 con Joe Satriani e John Petrucci, Paul Gilbert inizia ad usare amplificatori Marshall, in particolare i modelli della serie Vintage Modern

Ancora una volta, sceglie amplificatori monocanale dotati di un pannello di controllo abbastanza semplice, ma che offrono una gamma di suoni veramente vasta.

Infatti, oltre ai comuni potenziometri per alti, medi e bassi, presentano lo switch dynamic range che permette di modificare la sensibilità della testata al segnale in entrata.

Inoltre, i controlli detail e body intervengono sullo stadio di preamplificazione per enfatizzare o attenuare rispettivamente l’attacco e lo spessore del suono.

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La testata Marshall Vintage Modern 2466

In questo modo, Paul Gilbert poteva beneficiare di svariate possibilità timbriche, variando semplicemente il tocco o agendo sul volume della chitarra.

La serie Vintage Modern include tre modelli: la testata 2466 da 100W, 2266 da 50W e il 2266C (la versione combo).

G3 del 2007 – Paul Gilbert suona sul suo Marshall Vintage Modern 2266C nella tappa al Madison Square Garden, New York

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Attualmente, il Marshall Vintage Modern 2266C è il mio amplificatore preferito! Tengo la maggior parte delle manopole intorno al 6, ad eccezione del master volume, che è al massimo, e del riverbero che è al minimo. Ho inserito un THD Hot Plate tra la testata e gli altoparlanti per mantenere il volume a un livello ragionevole. Anche il mid boost è su ON e la dynamic range su HIGH.
Ho appena suonato in un tour in grandi teatri con questo amplificatore, ed era più che sufficientemente potente con solo due altoparlanti da 12″. È l’amplificatore perfetto da abbinare al volume di una batteria.

Paul Gilbert, intervista per Music Radar del 23/7/2020

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Marshall JCM 800

Tra i diversi amplificatori Marshall utilizzati da Paul Gilbert, il JCM800 2203 è sicuramente uno dei più riusciti.

È una testata completamente valvolare da 100W con 3 ECC83 nel preamplificatore e 4 EL34 finali, concepita come evoluzione della leggendaria SuperLead 1959.

La testata valvolare da 100W Marshall JCM800 2203

Dotata di un solo canale, è stato uno dei primi progetti ad avere il controllo del master volume, che consentiva di ottenere distorsioni più spinte a volumi più bassi.

Sprovvista di riverbero o altri effetti, il suo loop send-return è dotato di true bypass per ridurre al minimo la perdita di segnale quando non viene utilizzato.

Gli effetti a pedale di Paul Gilbert

Gli effetti a pedale hanno un ruolo fondamentale nel sound di Paul Gilbert.

Ultimamente, per ragioni di praticità negli spostamenti, Paul Gilbert utilizza un set-up minimale che comprende un numero limitato di pedalini.

Quando sono in tour, la mia pedaliera preferita è quella che entra nella mia valigia.

Paul Gilbert intervistato da Lee Anderton (Anderton Music) durante il tour di clinic in Inghilterra del 2017

Si tratta di un elenco in continua evoluzione, costituito per la maggior parte di pedali facilmente reperibili sul mercato e dai prezzi accessibili a tutti.

Nel corso degli anni, Paul Gilbert ha utilizzato decine di effetti a pedale diversi, e si dimostra sempre propenso a provarne di nuovi. Qui proponiamo una selezione di quelli utilizzati da più tempo o più di frequente, o più caratteristici.

Compressori

Pigtronix Philosopher’s Tone Micro

Basato sull’originale Philosopher’s Tone, già famoso per il sustain silenzioso e trasparente, questa è la versione di dimensioni ridotte, perfetta per chiunque cerchi di risparmiare spazio sulla pedaliera. 

Oltre ai tradizionali volume e sustain, include il controllo BLEND, che consente di aggiungere quantità graduali di compressione parallela, da zero fino ad un segnale completamente compresso. 

In questo modo, è possibile recuperare l’attacco della plettrata che è parte integrante del sound di Paul Gilbert, e mantenere la musicalità anche nel caso di un sustain molto spinto.

Inoltre, il controllo TREBLE con taglio o aumento di ± 6dB a 2kHz, permette di modificare la risposta in frequenza del suono compresso

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Boss CS-3 Compression Sustainer

Il Boss CS-3, in commercio dal 1986, è uno dei compressori a pedale più venduti di sempre.

Leggi anche: Come scegliere il compressore a pedale per chitarra elettrica: Boss CS-3 Compressor Sustainer

La chitarra va dal ricevitore Sehnneiser in un accordatore Boss, e da questo in un compressore Boss […] specialmente con i single coil (della PGMFRM1, n.d.r.) produce un suono super brillante e pulito, perfetto con il chorus.

Paul Gilbert, videointervista per Premier Guitar, House of Blues – Chicago, novembre 2011
Il Boss CS-3 Compressor Sustainer nella pedaliera di Paul Gilbert, House of Blues - Chicago, Novembre 2011
Il Boss CS-3 Compressor Sustainer nella pedaliera di Paul Gilbert, House of Blues – Chicago, Novembre 2011

Distorsori

Nelle sue prime esperienze con i Racer X e i Mr Big, Paul Gilbert ha utilizzato quasi esclusivamente la distorsione dell’amplificatore.

L’overdrive naturale delle testate valvolari Metaltronix M-1000, Laney GH100-L e soprattutto Marshall JCM800 aveva alcune caratteristiche comuni:

  • risposta in frequenza ampia e bilanciata
  • presenza distintiva nel mix
  • notevole sensibilità alla dinamica della plettrata

Invece negli ultimi anni, specialmente per le sue clinic in giro per il mondo, si affida completamente ai overdrive e distorsori a pedale.

Questo perché vuole essere sicuro di avere comunque il suo suono, a prescindere dall’amplificatore che troverà sul posto.

Inoltre, ha anche realizzato alcuni pedali signature, in collaborazione con alcune case produttrici.

Majik Box Paul Gilbert Fuzz Universe

L'overdrive a pedale Majik Box Paul Gilbert Fuzz Universe
L’overdrive a pedale Majik Box Paul Gilbert Fuzz Universe

A dispetto del nome fuzz, questo pedale della casa americana Majik Box è in realtà un pedale overdrive/boost a due canali attivabili singolarmente.

Prende il nome dall’omonimo lavoro in studio del 2010 di Paul Gilbert, ed incorpora due diversi pedali della Majik Box usati per registrare i suoni distorti.

Il disco in studio Fuzz Universe di Paul Gilbert che dà il nome al pedale overdrive della Majik Box

Infatti, al suo interno sono presenti i circuiti del clean boost Venom Boost e dell’overdrive Body Blow, modificato secondo le indicazioni di Paul Gilbert.

È progettato per dare il meglio di sé su un amplificatore col drive già alto, e presenta i controlli:

  • Drive – il guadagno del canale overdrive
  • Tone – il tono con la frequenza di taglio dei bassi ottimizzata per le caratteristiche dello shredding di Paul Gilbert
  • Thrust 1 – il volume del canale overdrive
  • Thrust 2 – il volume del canale boost

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Successivamente, Paul Gilbert ha inizato a collaborare con altre case produttrici più mainstream.

-Qual è stato il tuo setup per registrare l’album (‘Twas, 2021 n.d.r.) ?

-Ho cambiato strumentazione in ogni brano, ma in generale ho usato un JHS PG-14, […] un tc electronic MojoMojo, ed un Electro-Harmonix Hot Tubes Nano.

Paul Gilbert, intervista rilasciata a Guitar Techniques, Dicembre 2021

JHS Paul Gilbert PG-14

La JHS ha inserito in catalogo il PG-14 come modello signature nel gennaio 2020, dopo averlo sviluppato su misura per le esigenze di Paul Gilbert

In particolare, Paul Gilbert desiderava un pedale distorsore che spingesse in determinate frequenze, per compensare la sua perdita dell’udito.

Per ottenere questo risultato, il PG-14 utilizza i circuiti di due pedali JHS esistenti:

JHS Haunting Mids, un preamplificatore con equalizzatore parametrico che ha trasmesso al PG-14 i controlli di:

  • PUSH – preamplificazione
  • MID FREQ – range di frequenze medie da enfatizzare/attenuare
  • MID – guadagno sulle frequenze selezionate

e JHS Super Bolt, una simulazione FET di un amplificatore a valvole, dal quale ha ereditato le regolazioni generali del segnale in uscita:

  • VOLUME
  • DRIVE
  • TONE

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tc electronic MojoMojo Paul Gilbert Overdrive

Rilasciato nel giugno 2021, il tc electronic MojoMojo PG Overdrive rappresenta la naturale evoluzione del tc electronic MojoMojo classic, già annoverato tra i pedali preferiti di Paul Gilbert.

La versione signature presenta bassi più corposi (secondo lo stile di Paul Gilbert) e un circuito elettrico a voltaggio potenziato per un una maggiore headroom e dinamica generale.

Inoltre, include un mini-switch etichettato 11 che aggiunge un extra-gain costante per un attacco ancora più energico ed un suono più aggressivo.

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Equalizzatori

Empress Paraeq with boost

L’Empress ParaEq with boost è un equalizzatore parametrico a tre bande dotato di boost, e si trova nella pedaliera di Paul Gilbert dall’inizio del 2010. 

Lo lascia praticamente sempre acceso perché gli consente di modellare il suono con grande precisione, eliminare le frequenze indesiderate e ingrossare la gamma dei bassi.

Ha un funzionamento abbastanza complesso ed è dotato di tre controlli per selezionare la frequenza di picco di ciascuna banda:

  • lf – frequenze basse nel range 35÷500Hz
  • mf – frequenze medie nel range 250÷5.000Hz
  • hf – frequenze alte nel range 1.000÷20.000Hz

Inoltre, ogni gamma di frequenza è dotata di un gain indipendente (-15db ÷ +15dB) e di uno switch a tre posizioni per impostare l’ampiezza della curva di equalizzazione (media, stretta, larga)

Infine, c’è un attenuatore del segnale in ingresso (pad 0 | -12dB | -6dB) e uno boost aggiuntivo con gain regolabile (0dB ÷ 30dB) per potenziare ulteriormente il segnale di uscita.

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Effetti di modulazione di tipo Vibe

Oggi, la maggior parte degli effetti a pedale di tipo vibe in circolazione, emulano l’originale Uni-Vibe di Shin-ei, creato negli anni ’60 dall’ingegnere del suono giapponese Fumio Mieda.

Comunemente, l’Uni-Vibe è considerato come un tentativo di imitare le sonorità di un rotary speaker (Leslie) anche se in realtà l’effetto è simile ad un chorus o phaser.

Possiamo ascoltare un bellissimo esempio dell’Uni-Vibe nella chitarra di David Gilmour in Breathe dei Pink Floyd, in Machine Gun di Jimi Hendrix o Bridge of Sighs di Robin Trower.

Voodoo Lab Micro Vibe

Il Voodoo Lab Micro Vibe è effetto di modulazione di tipo vibe semplice da utilizzare e di grande efficacia.

Attualmente, quando si tratta di evocare sonorità oscillanti e un po’ psichedeliche, è uno degli effetti preferiti di Paul Gilbert.

voodoo-lab-micro-vibe-guitar-lab

È un pedale estremamente intuitivo ed ha solo due controlli:

  • INTENSITY – controlla la quantità di effetto applicato
  • SPEED – imposta la velocità dell’a’oscillazione

[…] poi ho un Voodoo Lab Micro Vibe per un suono alla Robin Trower (il primo chitarrista dei Procol Harum, poi avviato all’attività solista, è considerato uno dei chitarristi blues-rock più influenti, n.d.a)

Ho scoperto il Micro Vibe per caso, perché una volta ad un concerto avevo dimenticato la mia pedaliera e ho preso in prestito la pedaliera di un altro chitarrista. Questo pedale mi è piaciuto subito, così ne ho comprato uno.

L’unico problema era che non mi piacevano i suoi colori. Così, ho preso la copertina dell’album di Robin Trower Bridge of Sighs e l’ho fatta viola con Photoshop per abbinarla alla mia chitarra, l’ho stampata su un normale pezzo di carta e l’ho attaccata al pedale. Ora ho il mio Micro Vibe con il frontale personalizzato!

Paul Gilbert intervistato da Lee Anderton (Anderton Music) durante il tour di clinic in Inghilterra del 2017
Il Voodoo Lab Micro Vibe di Paul Gilbert con il frontale personalizzato
La copertina originale del disco Bridge of Sights di Robin Trower (1974)

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Fulltone CS-MDV Custom Shop Mini DejaVibe mkII

Paul Gilbert ha accolto nella sua pedaliera il Fulltone CS-MDV Mini DejaVibe mkII subito dopo la sua uscita nel 2019.

Realizzato con un circuito 100% analogico, è considerato uno dei migliori cloni dell’Univibe che sia mai stato realizzato.

Include i controlli:

  • VOLUME – quando il pedale è acceso, regola il volume complessivo
  • MODERN/VINTAGE – imposta il tipo di preamplificazione: vintage per sonorità più scure e simili all’originale Univibe; modern per un output più elevato e toni leggermente più brillanti.
  • VIBRATO/CHORUS – consente di scegliere tra il classico effetto vibrato e il suono chorus ricco di modulazioni di fase, tipico dell’Univibe.
  • INTENSITY – controlla la quantità di effetto aumentando o diminuendo la brillantezza del circuito della sorgente luminosa.
  • SPEED – imposta la velocità della modulazione e si rifletterà nella velocità di lampeggiamento del LED.
La pedaliera di Paul Gilbert per il North American Tour – 2019

In particolare, la manopola SPEED fornita in dotazione è abbastanza grande e sporge leggermente a destra per essere ruotata con il piede durante l’esecuzione.

Paul Gilbert, famoso per avere un piede molto grande, l’ha sostituita con una molto più piccola per evitare di modificare accidentalmente il parametro.

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Effetti di modulazione: Chorus, Phaser, Flanger

MXR M134 Stereo Chorus

MXR M101 Phase 90

tc electronic Stereo Chorus Flanger

Ibanez AF2 Airplane Flanger (Paul Gilbert Signature)

Delay e riverberi

MXR M169 Carbon Copy Analog Delay

Boss DD-3 Digital Delay

tc electronic Arena Reverb

Altra strumentazione

Cuffie Direct Sound EX-29 Extreme Isolation

Da molti anni Paul Gilbert indossa delle cuffie molto vistose, dal vivo e in studio: si tratta delle Direct Sound EX-29 Extreme Isolation.

Realizzate esplicitamente per i batteristi, forniscono a musicisti e ingegneri del suono un monitoraggio dettagliato del materiale sorgente, perfettamente isolato dall’esterno.

Utilizzano padiglioni antirumore che attenuano il suono circostante di 29 dB e altoparlanti di alta qualità.

Grazie all’estremo isolamento acustico, consentono di utilizzare le cuffie ad un volume medio-basso, con conseguente minore affaticamento dell’orecchio e riducendo i rischi di danni all’udito.

Perché non indosso monitor intrauricolari personalizzati come fanno tutti gli altri? Lo scopo delle mie cuffie è lo stesso dei più comuni auricolari: bloccare il volume del palco fornendomi al tempo stesso un mix e un volume controllati dal banco del monitor.
Ho provato gli auricolari e semplicemente preferisco le cuffie: posso toglierle facilmente se ho bisogno di parlare con qualcuno nella stanza, ascoltare il pubblico o allontanarmi da un aumento accidentale del volume.
Inoltre, nelle cuffie gli altoparlanti sono molto più grandi, quindi c’è più headroom e una migliore qualità del suono.

Paul Gilbert, intervista di Premier Guitar – 10/2/2012

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Accordatore a pedale Korg Pitchblack

Il Korg Pitchblack è l’accordatore più facile da leggere e più preciso che abbia mai usato.

Paul Gilbert, intervista di Music Radar – 23/7/2020

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Plettri Dunlop Tortex Standard 0.60mm

Da qualche anno, utilizzo plettri più sottili. Nel complesso suonano meglio e fanno un rumore decisamente migliore. I miei preferiti sono i Tortex arancioni da .60 mm. Ne adoro il sound e la sensazione al tatto.

Paul Gilbert, intervista per Music Radar del 23/7/2020

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Yamaha THR5 – Electric Guitar Combo Amp

Oltre ad essere un insegnante, faccio molti concerti, ed ho bisogno di tenere il passo con la mia scuola anche quando sono in tour. Quindi, nella mia camera d’albergo, ho sempre il portatile attaccato al mio Yamaha THR5. 
Ho scelto il più piccolo perché è il più facile da trasportare. È molto semplice da usare e si imposta molto velocemente: è un amplificatore fantastico ed ha girato il mondo con me.

Paul Gilbert – video su Yamaha Guitars, 22/8/2019

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Fonti:
Metal Hammer – Paul Gilbert: The man who was shredding before shredding was even a thing
Guitar Lobby – Paul Gilbert Guitars and Gear List
Racer X Fandom – Ibanez Telesavalas
Racer X Fandom – Paul Gilbert
Vintage Guitar – Paul Gilbert: All About Vintage – Import Style
Music Radar – What Strings Do You Use, Paul Gulbert?
Premier Guitar – Shred Your Enthusiasm: For Those About to Rock

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